SKLAVIN per La Notte Rossa di Ferrara
Listone Magazine 14.10.2015SKLAVIN per La Notte Rossa di Ferrara
Anche la città di Ferrara aderisce alla festa nazionale delle Case del Popolo. Lo spettacolo farà parte degli eventi che animeranno queste importanti giornate di memoria e resistenza.
SKLAVIN (schiavo)
regia e testi Alessia Passarelli
musiche Gianluca Fortini, Giovanni Tufano
con Gianluca Fortini, Alessia Passarelli, Giovanni Tufano
liberamente tratto da: SKLAVIN- storia di un deportato nei campi di lavoro- di Daniele Civolani e Ferruccio Mazza
Quella di Ferruccio Mazza è la storia semplice di una persona semplice. La storia di un giovane che aveva un grande sogno: la ginnastica artistica. La bravura e l’enorme passione per questa disciplina gli permisero di trascendere la sua condizione sociale, di provare l’emozione profonda delle vittorie e dei riconoscimenti, di arrivare fino ai Campionati Italiani e di aspirare alle Olimpiadi.
Poi, su tutto, arrivarono la Seconda Guerra Mondiale e la deportazione nei campi di lavoro.
Il suo sogno fu interrotto, il suo fisico, pur temprato, arrivò quasi a soccombere per le violenze, i patimenti, le umiliazioni subite e la fame. Sopra ogni cosa la fame. A farlo miracolosamente sopravvivere fu l’amore per la vita e per i suoi affetti, verso cui, nemmeno nei momenti più terribili, perse mai il desiderio di tornare.
Lo spettacolo, tramite le parole delicate e asciutte di Ferruccio, vuole riportare tutta l’umanità del racconto di chi, pur nel sopruso e nell’infinito dolore, non ha mai provato odio o rabbia verso chi lo ha rinchiuso e ferito, verso chi gli ha rubato il suo sogno.
La storia dolce e drammatica di Ferruccio, narrando la vita di una persona umile e semplice, lega alla vicenda collettiva dell’Olocausto, la testimonianza di una delle infinite storie personali, una vicenda umana che ricordi a chi l’ascolta quanto sangue e sofferenza costa ogni guerra.
La musica, tramite un’accurata ricerca storiografica, accompagna e sostiene il racconto, lo contestualizza, lo mette in relazione con le suggestioni di un intero periodo storico, integra la parte recitata verso una tensione narrativa che non faccia dimenticare, che faccia riflettere.
SKLAVIN (schiavo)
regia e testi Alessia Passarelli
musiche Gianluca Fortini, Giovanni Tufano
con Gianluca Fortini, Alessia Passarelli, Giovanni Tufano
liberamente tratto da: SKLAVIN- storia di un deportato nei campi di lavoro- di Daniele Civolani e Ferruccio Mazza
Quella di Ferruccio Mazza è la storia semplice di una persona semplice. La storia di un giovane che aveva un grande sogno: la ginnastica artistica. La bravura e l’enorme passione per questa disciplina gli permisero di trascendere la sua condizione sociale, di provare l’emozione profonda delle vittorie e dei riconoscimenti, di arrivare fino ai Campionati Italiani e di aspirare alle Olimpiadi.
Poi, su tutto, arrivarono la Seconda Guerra Mondiale e la deportazione nei campi di lavoro.
Il suo sogno fu interrotto, il suo fisico, pur temprato, arrivò quasi a soccombere per le violenze, i patimenti, le umiliazioni subite e la fame. Sopra ogni cosa la fame. A farlo miracolosamente sopravvivere fu l’amore per la vita e per i suoi affetti, verso cui, nemmeno nei momenti più terribili, perse mai il desiderio di tornare.
Lo spettacolo, tramite le parole delicate e asciutte di Ferruccio, vuole riportare tutta l’umanità del racconto di chi, pur nel sopruso e nell’infinito dolore, non ha mai provato odio o rabbia verso chi lo ha rinchiuso e ferito, verso chi gli ha rubato il suo sogno.
La storia dolce e drammatica di Ferruccio, narrando la vita di una persona umile e semplice, lega alla vicenda collettiva dell’Olocausto, la testimonianza di una delle infinite storie personali, una vicenda umana che ricordi a chi l’ascolta quanto sangue e sofferenza costa ogni guerra.
La musica, tramite un’accurata ricerca storiografica, accompagna e sostiene il racconto, lo contestualizza, lo mette in relazione con le suggestioni di un intero periodo storico, integra la parte recitata verso una tensione narrativa che non faccia dimenticare, che faccia riflettere.