L'opera nel manifesto 2016

Protagonisti dei quadri di Barilli sono soggetti sconosciuti o oggetti di uso domestico, ripresi da un’istantanea scattata con un cellulare, ciò che propone è, però, una verità ottica a cui cerca di dare sensorialità tramite l’utilizzo delle tempere.
“ Da pochi anni ho ripreso in mano i pennelli dopo un’astinenza di mezzo secolo, ma riconoscendo la supremazia ormai conquistata dalla fotografia.
E dunque, esploro i miei immediati dintorni con ricorso a un volgare telefonino, ma cercando poi di ridare alle immagini una consistenza materia e cromatica.
E da dove cominciare questo esercizio, se non dalla mia tana sepolta tra i libri, i cui dorsali peraltro costituiscono una festa per gli occhi? ”
E dunque, esploro i miei immediati dintorni con ricorso a un volgare telefonino, ma cercando poi di ridare alle immagini una consistenza materia e cromatica.
E da dove cominciare questo esercizio, se non dalla mia tana sepolta tra i libri, i cui dorsali peraltro costituiscono una festa per gli occhi? ”
Un artista proiettato nel futuro che utilizza i nuovi supporti tecnologici come un moderno cavalletto offrendoci una lettura realistica del mondo che ci circonda rivalutando gli oggetti apparentemente “inutili” senza dimenticare gli insegnamenti dei maestri espressionisti dell’800 e del ‘900.
Le opere del prof. Barilli sono, dunque, in perfetta sintonia con La Notte Rossa e il suo intento di riqualificazione e rivitalizzazione di quegli spazi, Case del Popolo e Circoli culturali e operai, che godono di una storia importante e possono ancora oggi essere protagonisti della vita sociale e aggregativa della nostra società.